Ottenuta l’assistenza umanitaria, gli stranieri presenti nel nostro paese posseggono gli stessi diritti dei cittadini italiani, sul piano assistenziale, sul piano lavorativo ed in tutto ciò che riguarda la vita quotidiana. Questo è quanto previsto dalla legge.

PRIME Italia si impegna per garantire l’accesso al mondo del lavoro a rifugiati e titolari di protezione umanitaria; ha sviluppato le sue attività per garantire l’accesso nel mondo del lavoro alle fasce deboli della popolazione, per garantire i mezzi necessari per l’integrazione economica e sociale a chi non ne ha. Senza il lavoro, il trauma della migrazione forzata non è mitigato dalla prospettiva di una nuova vita, ed reso più acuto dall’assenza di una qualsiasi progetto futuro.

Il lavoro rappresenta il presupposto e la condizione per realizzare la propria persona, condurre una vita dignitosa e partecipare alla vita sociale. Il lavoro restituisce dignità ad un individuo; il lavoro da accesso a nuove libertà, libertà di non dover ricevere cibo, di non dover chiedere alloggio, di poter mandare i propri figli a scuola, libertà di integrarsi nella società, di interagire al pari degli altri italiani nelle realtà collettive, di poter scegliere di essere chi si vuole essere.

Il contributo degli immigrati che lavora è spesso riportato in rapporti e statistiche: l’ultimo rapporto dell’OCSE pubblicato a maggio 2010, afferma che “l’integrazione di un ampio numero di immigrati nella forza lavoro è stata una storia di successo per il mercato del lavoro italiano e l’economia.” Eppure la gran parte delle persone che arrivano in Italia come richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione umanitaria restano a lungo senza lavoro. Non sono impiegati per diffidenza e sospetto e la loro migrazione da lavoro non è percepita come complementare, ma spesso competitiva rispetto alla manodopera locale.

La vera sfida del nostro paese oggi è invertire l’opinione negativa sul tema dell’immigrazione favorita da una informazione che non approfondisce le cause e le responsabilità dell’attuale crisi economica, ma si limita ad analizzarne gli effetti creando antagonismo tra la disoccupazione italiana e il mancato impiego della forza lavoro degli immigrati. La sfida è invertire questo atteggiamento proprio nel mondo del lavoro: entrando in relazione con grandi imprese, accompagnando gli immigrati lungo il percorso della legalità, affinché ottengano ciò che è loro dovuto, ovvero il riconoscimento dei propri diritti, un contratto regolare, una retribuzione propria, un trattamento paritario. Non offrire saltuarietà, precarietà e un rimedio giornaliero, ma aprire la possibilità di un progetto di più lungo termine. La sfida è anche far acquistare fiducia nell’Italia, a persone che da un lato sono state accolte, riconosciute come aventi diritto di protezione umanitaria perché impossibilitati a rientrare nel proprio paese d’origine, ma che dall’altro scoprono che il loro cammino verso la riconquista della dignità umana non è ancora terminata.

Spazio per l'impiego

Aperto tutti i sabati mattina dalle 10:00 alle 13:00 in Via Marsala, 95 presso Binario 95

  • Colloqui conoscitivi e di selezione
  • Simulazioni di colloqui di lavoro
  • Supporto nella redazione del curriculum vitae
  • Supporto nella ricerca lavorativa
  • Orientamento professionale e formativo
  • Contatto con piccole e medie imprese, società ed altre realtà lavorative
Corso di pre-scuola guida

Corso base (4 mesi) e Corso avanzato (2 mesi)

  • Spiegazione della parte teorica e della terminologia tecnica
  • Svolgimento di quiz e prove di esame in gruppo o singolarmente
Sensibilizzazione

Attraverso l’organizzazione di eventi che riducano la distanza dei rifugiati dal mondo del lavoro e la distanza dell’opinione pubblica dai temi che riguardano i richiedenti ed i titolari di protezione internazionale.

Progetti speciali

Per trovare nuove strade nel percorso di integrazione sociale e lavorativa dei rifugiati e rimettere in circolo le loro competenze.