Frutto di vent’anni di ricerche, La doppia assenza costituisce una riflessione sui molteplici aspetti del fenomeno migratorio nella sua doppia componente di emigrazione ed immigrazione, ovvero nel fenomeno migratorio come "fatto sociale totale”. In questa prospettiva, il controllo dei flussi migratori, concepiti come “semplice spostamento di forza lavoro", rappresenta un obiettivo politico e prefigura uno scenario di conflitto tra le società ricche e le società povere. Diviso tra le une e le altre, il migrante, come spiega Bourdieu, nella Prefazione, è sempre “fuori luogo", privo cioè di uno spazio appropriato nella sfera sociale e di un posto assegnato nelle classificazioni sociali. “Spinto dalle ragioni del cuore e dell’intelletto, Sayad dipinge con piccole pennellate un ritratto avvincente di queste “persone fuori luogo”, alle quali restituisce la loro origine con tutte le particolarità che sono a essa associate e che spiegano molte delle differenze emerse nei loro destini successivi.

Diversamente dalla “scienza delle migrazioni” (forgiata dal “pensiero di Stato”) e dall’etnocentrismo dominanti, la sociologia delle migrazioni di Sayad obbliga a ripensare la questione dei fondamenti legittimi della cittadinanza e della relazione tra il cittadino e lo stato, la nazione o la nazionalità. La pubblicazione in Italia di questo lavoro offre l’opportunità di alimentare una conoscenza delle migrazioni che non è più basata sulla facile opposizione tra ragioni pro e contro gli immigrati, capovolgendo la tendenza interpretativa oggi prevalente.

Abdelmalek Sayad (1933 − 1998) sociologo algerino, è stato direttore di ricerca presso il Centre National De La Recherche Scientifique (CNRS) di Parigi. I suoi lavori s’imperniano sui problemi connessi all’emigrazione-immigrazione, in particolare algerina, fenomeno cui si è dedicato per oltre quarant’anni. Tra le sue ultime opere ricordiamo: L’immigration ou les paradoxes de l’altérité (1991) e Un Nanterre algérien, terre de bidonville (con E’ Dupy, 1995)

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